Il grande Gianni Brera definì Mario Corso con l’appellativo di “participio passato del verbo correre” durante la partita si nascondeva in quel “cono d’ombra” con quella indolenza tipica di chi interpretava il gioco del calcio come un’arte raffinata e sublime.
Il “piede sinistro di Dio” beatificava con le sue punizioni a foglia morta i trionfi di un’Inter irripetibile.
Fu un genio di un calcio affascinante e nostalgico, un’esteta e un funambulo nel nascondere il pallone, portava i calzettoni arrotolati sulle caviglie, un talento irriverente e diabolico espressione e connotati unici, che sempre hanno contraddistinto il suo infinito amore per quella mitica INTER….una lacrima !!!!!
Rino Reggiani